Antica città greca e poi romana, è il vero cuore archeologico di questo territorio per densità e qualità dei ritrovamenti.
In via Cadorna si possono visitare i tre ipogei Lagastra del IV sec.a.C. e, a destra della strada per Andria, i resti della basilica paleocristiana di San Leucio.

Ha conservato una Cattedrale romanica dell'XII sec., dai chiari influssi bizantini ma rimaneggiata nel Seicento dopo un terremoto, dedicata a San Sabino; all'interno, il trono episcopale e la tomba di Boemondo, figlio di Roberto il Guiscardo. Bellissima la porta di bronzo.
Di pregio sono anche i corredi funerari della Tomba Varrese ospitati nell'ottocentesco Palazzo Sinesi, ove si distinguono ceramica apula a figure rosse e dorata, oggetti in bronzo e in alabastro.

Intatto il Ponte romano sul fiume Ofanto da cui parte uno dei più antichi tratturi pugliesi.

Di seguito una descrizione della città curata da Francesco Specchio (segr. Fondazione Archeologica Canosina Onlus) e recentemente pubblicata in una brochure:
"Canosa è un antico esempio di territorio a lunghissima continuità abitativa. Monumenti e vestigia rappresentano il sontuoso passato politico e culturale di colei che ebbe un ruolo cardine, in grado anche di decidere per le sorti di una regione, dapprima nella Daunia preromana e poi nell'antica Apulia sotto l'egida di Roma. A partire dalla fase del Tardo Impero (IV-V sec. d.C), Canosa fu annoverata come uno dei più grandi ed antichi poli episcopali di Puglia, resi prestigiosi grazie all'opera liturgica e committenziale di San Sabino (461-566). Tuttavia, come un fulmine improvviso, giunse la violenta devastazione saracena del IX secolo che condannò la città – a quei tempi ancora florida – a un inesorabile regresso sociale e politico, fino a spegnersi nel buio medievale. Fu la fine di una lunga epoca di fasti, rappresentati oggi da monumenti, aree archeologiche e imponenti collezioni museali. Già da alcuni anni Canosa sta riscoprendo il suo passato, grazie alla sua comunità, che ha cominciato a considerarlo una ricchezza in termini di cultura e di turismo. Tombe arcaiche, ipogei ellenistici, monumenti romani, basiliche paleocristiane, architetture e sculture medievali, strutture espositive archeologiche e storico-artistiche attendono viaggiatori come studiosi, appassionati, docenti universitari, famiglie e scolaresche, in quella che oggi potremmo considerare (dopo Roma) una delle città archeologiche con la più vasta diffusione di testimonianze materiali nel territorio. Questo lento, ma costante processo di valorizzazione non può non considerare le peculiarità enogastronomiche i cui raccolti di uva, olive, percoche, grano o mandorle hanno permesso e permettono ancora a un'intera comunità di sopravvivere da secoli. In questo contesto, merita il dovuto risalto il plurimillenario artigianato, un'attività che cerca di mantenersi viva, un'espressione umile e nobile al tempo stesso e che inevitabilmente trova il suo riferimento nelle raffinate ceramiche oggi visibili a Palazzo Sinesi come al Museo del Louvre, al British Museum come al Museo Puskin di Mosca, allo Staatliche Museen di Berlino come al Metropolitan di NewYork, al Museo Arqueologico di Madrid come al Paul Getty Museum di Los Angeles. In breve, Canosa è un territorio che racconta. Canosa è l'antico che si incontra con il moderno (dialogandoci, talvolta). Canosa è una leggenda che vive!"