E' la più completa raccolta di opere di De Nittis ma pochi sanno che si trova a Barletta
Barletta, città natale del pittore, che lui lasciò presto per Firenze e poi per Parigi dove espose alla prima, storica mostra degli Impressionisti nel 1874.
Il suo stile conquistò pubblico e critica, facendo di lui uno degli artisti più ricercati e pagati del tempo. Il suo nome quasi si identifica con la sublime Colazione in giardino, custodita proprio a Barletta: un'opera unica, intima e privata, che racconta De Nittis quanto un'autobiografia.
Un inno alla vita domestica, alle gioie familiari e all'orgoglioso conseguimento di uno status sociale ambito da sempre
Colazione in giardino, un capolavoro eseguito nella primavera del 1884, è una felice istantanea di quotidianità in cui De Nittis trasferisce tutto il suo orgoglio di marito, di padre, di pittore capace di rendere con una pennellata un momento di intimità privata.
In questo contesto la raffinata Léontine è moglie, madre e modella perfetta, con il suo elegante abito da giorno grigio- azzurro. Forse pochi sanno che il pittore sfogliava, interessato e curioso, riviste di moda cercando modelli e dando anche indicazioni alla sarta su eventuali variazioni, dal colore a un dettaglio.
Il figlio Jacques è ritratto mentre getta il cibo ad un'anatra; la tavola apparecchiata è sontuosamente semplice con le suppellettili in vetro e porcellana.
L'artista si è ritratto "in assenza": parlano di lui la sedia scostata, il tovagliolo ripiegato in fretta, quel che resta nel bicchiere.
Questa grande tela di 81 x 117 cm è "una carezza per l'occhio", come la definì un critico, e un testamento affettivo. De Nittis la realizzò pochi mesi prima della sua morte improvvisa per un'emorragia cerebrale, ad appena 38 anni.
La Pinacoteca Giuseppe De Nittis
Il testamento, aperto nel settembre 1913, circa un mese dopo la morte di Léontine avvenuta il 17 agosto, prevede la donazione centoquarantasei dipinti tra oli, pastelli e acquerelli, sessantuno incisioni e centocinquanta libri. Tanto la vedova decise di lasciare al Comune di Barletta per documentare tutte le fasi di ricerca dell'artista.
Dopo un lungo periodo di custodia all'interno del Castello di Barletta, dove le condizioni climatiche – il castello è limitrofo al mare - posero i dipinti al rischio di deterioramento, questo nucleo di lavori ha trovato nel 2006 la sua sede definitiva nella splendida cornice barocca del Palazzo della Marra che un accurato lavoro di restauro ha riportato alla luce, evidenziando un notevole patrimonio decorativo. Come il piccolo affresco dedicato alla Madonna del Latte e i bassorilievi sulla controfacciata del loggiato aperto sul mare.
Le altre opere della Fondazione
Giornata d'inverno (Ritratto della signora De Nittis) è il grande pastello del 1882 che, insieme a Colazione in giardino, vale da solo un viaggio a Barletta. Ritrae Léontine Gruvelle, moglie e modella prediletta, che in un luminoso abito chiaro, seduta davanti a una finestra, volge le spalle ad uno scorcio innevato. Bellissimo anche Il salotto della principessa Matilde esemplare dello stile mondano ed evanescente del pittore, amante della luce soffusa dei salotti affollati di dame e gentiluomini. L' Autoritratto, senza data, è il più ufficiale tra i pochissimi realizzati.Da un articolo di Beba Marsano, giornalista, scrittrice e critico d'arte. In Viaggio n.131
GIUSEPPE DE NITTIS/LA BIOGRAFIA E L’OPERA
1846-1868: la giovinezza a Barletta la Scuola di Resina
Giuseppe De Nittis, il più celebre dei pittori pugliesi dell’Ottocento, nasce a Barletta nel 1846.
Rimarrà sempre legato alla sua terra di origine dove trascorse i primi anni a contatto con quel
paesaggio che tornerà spesso nella sua produzione artistica (Strada campestre – Lungo l’Ofanto,
1875 ca.; Primavera, 1879 ca.); è a Barletta che comincia a seguire le lezioni di disegno di
Giovanni Battista Calò, autore del sipario del Teatro Curci.
Nel 1861, dopo il trasferimento a Napoli al seguito del fratello maggiore Vincenzo, suo tutore dopo la morte dei genitori e dei nonni, De Nittis si iscrive all’Istituto di Belle Arti, dove frequenta i corsi di
pittura di paesaggio da cui è espulso per indisciplina.
Nel 1863 forma con Marco De Gregorio, Federico Rossano e il fiorentino Adriano Cecioni la Scuola di
Resina che si opponeva al dominio dello storicismo romantico attraverso una pittura rigorosamente dal vero,
basata sull’osservazione attenta della natura.
Nel 1864 Giuseppe De Nittis fa la prima apparizione ufficiale presentandosi alla III Promotrice
napoletana con il dipinto 'L’avanzarsi della tempesta'cui seguono 'L’Ofantino' e 'La traversata degli Appennini'
(Napoli, Museo di Capodimonte).
1868-1873: da Barletta a Parigi, a Parigi a Napoli
Il primo giugno 1868 De Nittis lascia Barletta e giunge a Parigi dove prende in affitto una stanza a
Bougival, piccolo centro molto amato dagli Impressionisti, in particolare da Auguste Renoir e Claude Monet.
Nel negozio dei signori Morin, noleggiatori di abiti da teatro, conosce Léontine Lucile Gruvelle che sposa il 29 aprile 1869 e che ebbe notevole influenza sulla sua vita artistica e sociale.
Il ritorno in patria, a Napoli, fu imposto dallo scoppio della guerra franco-prussiana.
Durante gli anni 1871 e 1872 vive tra il capoluogo campano e Resina, dove nasce il figlio Jacques,
riavvicinandosi alla pittura di paesaggio improntata alla consueta freschezza di visione ma
caratterizzata da una nuova ricerca incentrata sulla rappresentazione del Vesuvio: «Da un anno ormai
salivo ogni giorno sul Vesuvio a lavorare. E ogni giorno ci volevano sei ore di viaggio a cavallo per
andare, tornare e salire fino al cono» (Taccuino). Il risultato di queste esplorazioni consiste in una
sessantina di dipinti, spesso su tavola e di dimensioni ridotte, in cui si assiste a un rigoroso processo di semplificazione formale e cromatica.
1873-1884: la «modernità dello spettacolo».
Il successo tra Parigi e Londra e gli ultimi anni di creatività
Nel febbraio del 1873 la famiglia De Nittis torna a Parigi stabilendosi nella villetta in rue de l’Impératrice. Il rientro nella capitale francese segna l’affermarsi dell’artista barlettano che diviene in
breve tempo il celebrato cronista della vita urbana e mondana della metropoli, della «modernità dello
spettacolo», delle corse ippiche e della inedita bellezza delle architetture ingabbiate da impalcature.
Partecipa alla prima storica esposizione degli Impressionisti, organizzata presso lo studio del fotografo Nadar, presentando cinque dipinti ma non personalmente in
quanto in viaggio verso Londra.
Il soggiorno in Inghilterra segna per l’artista un ulteriore
passaggio fondamentale per la maturazione di un linguaggio artistico originale: affascinato dal clima brumoso e dalla nebbia, De Nittis realizza vedute atmosferiche in cui tutto è reso in modo sfumato e indistinto, in una luce opalescente che cancella i contorni delle figure.
Alcune vedute londinesi presentate all’Esposizione Universale di Parigi del 1878, gli valgono la Legion d’Onore.
All’anno 1875 risalgono le sue prime opere a pastello, tecnica da lui adottata molto probabilmente in
anticipo su Degas, dapprima per studi e bozzetti e, successivamente, per composizioni autonome di enorme successo.
Negli ultimi due anni di vita l’artista si divide tra una pittura mirata a una descrizione fedele della vita mondana parigina e una produzione ispirata dalla rievocazione oetica del suo mondo affettivo. Esemplari in questo senso sono rispettivamente i dipinti 'Il salotto della principessa
Mathilde' e 'Colazione in giardino'.
La sua ultima partecipazione a una manifestazione italiana avviene nel 1880 all’Esposizione Nazionale di Torino.
Giuseppe De Nittis, la cui salute era minata ormai da almeno un paio d’anni, muore il 21 agosto 1884
a soli trentotto anni per una congestione cerebrale e polmonare e viene seppellito nel celebre cimitero parigino di Père Lachaise, dove riposa nei pressi della tomba di Chopin.